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Meditazione e Neuroscienze

MEDITAZIONE E NEUROSCIENZE.

Riportiamo questo interessante articolo scritto da Alberto Sardi, del sito neuroscienze.net , sugli ultimi studi inerenti la meditazione e le neuroscienze
L’obiettivo di questo articolo è quello di approfondire il significato fisiologico e l’applicazione della Meditazione per il benessere personale.
Nei prossimi articoli di questo sito cercheremo di dare delle definizioni migliori sul significato psicologico della meditazione e sull’origine di questa disciplina, che per le filosofie orientali è finalizzata soprattutto a quietare la mente per sviluppare nuovi stati di coscienza. Argomenti che vedremo nell’aspetto teorico ma soprattutto pratico al terzo anno della scuola di Medicina dell’Essere

La funzione della meditazione, con le sue applicazioni pratiche, è uno delle materie di approfondimento della scuola di formazione “Medicina dell’Essere”
Nella sezione “pubblicazioni” potete trovare ulteriori fonti bibliografiche su questi argomenti, ormai molto attuali nel campo medico e psicologico.
Per un ulteriore approfondimento sulle suddette tematiche, ricordiamo l’importante lavoro condotto da collega, dott. Franco Fabbro, medico ricercatore e specializzato in neurologia ed esperto di pratiche di meditazione applicate alla salute umana.

ABSTRACT

Negli ultimi anni le neuroscienze stanno prestando grande attenzione allo studio degli effetti psicofisici delle tecniche di meditazione. L’articolo sarà una revisione della letteratura scientifica sperimentale, circa gli effetti e i benefici fisici, emozionali e psicologici delle varie tecniche presenti. L’approccio sarà di tipo scientifico, basato su evidenze e studi sperimentali, documentati da un’ampia bibliografia.

INTRODUZIONE

Negli ultimi anni la neuroscienza sta prestando grande attenzione allo studio degli effetti psicofisici delle tecniche di meditazione. L’articolo sarà una revisione della letteratura scientifico sperimentale, circa gli effetti e i benefici fisici, emozionali e psicologici delle varie tecniche presenti. L’approccio seguito sarà di tipo scientifico, basato su evidenze e studi sperimentali, documentati da un’ampia bibliografia. L’opinione pubblica rimane di pareri contrastanti circa l’utilizzo di queste pratiche a livello terapeutico, malgrado le evidenze scientifiche dimostrate, circa 3.000 articoli su riviste e giornali.
Un argomento che ha incuriosito molto durante la revisione della letteratura è come testi ed autori affermati nel campo delle neuroscienze definiscano in modo diverso la parola meditazione. Nel testo “Neuroscienze. Studiando il cervello” ( Bear M. F. , 2007), la meditazione viene definita come “stato alterato di coscienza”; nel testo “Psicosomatica olistica” (Montecucco N. F., 2010), invece, viene definita come “stato naturale di coscienza”.
La meditazione è un processo nel quale volgiamo l’attenzione verso un certo numero di variabili corporee, sensoriali e mentali; è un movimento della mente volontario. Anche se stati meditativi possono sorgere spontaneamente, magari in riva al mare o davanti ad un paesaggio, le tecniche di meditazione vere e proprie consistono in esercizi prolungati e ripetuti, che rappresentano un addestramento alla mente.
La parola meditare deriva dal latino, meditàri e propriamente significa misurare con la mente, volgere nell’animo. Nella lingua madre meditare può significare anche ripensare o considerare qualcosa, fermandovi a lungo il pensiero, cioè riflettere.
Nel corso degli ultimi tre decenni, pratiche di meditazione di consapevolezza sono state sempre più inserite in programmi psicoterapeutici per i loro benefici (cfr. Baer, 2003; Grossman, 2004); la meditazione aumenta la consapevolezza dell’esperienza del momento presente con un atteggiamento compassionevole non giudicante (Kabat-Zinn, 1990).

GLI EFFETTI DELLA MEDITAZIONE

L’azione della pratica della meditazione è riscontrabile su più piani:
– Fisico
– Emozionale
– Psicologico
Le caratteristiche principali di qualsiasi tecnica sono riconducibili essenzialmente a tre punti (G.M. Manzoni, F. Pagnini 2008):
– Efficacia su numerosi disturbi
– Assenza di effetti collaterali
– Dipende da durata e continuità
Alcuni degli effetti delle meditazioni e le relative ricerche internazionale che sono stati riscontrate negli ultimi 30 anni sono riportate nella tabella seguente:

EFFETTI DELLA MEDITAZIONE

RICERCHE SCIENTIFICHE

▲ Risposta immunitaria

Es. esperimenti pazienti con cancro (M. Ando, T. Morita et al.. 2009)

 

(C.Y. Fang, D.K. Reibel et al. 2010; C. F. Justo 2009; R. J. Davidson,J. Kabat-Zinn et al. 2003; E.L. Olivo 2009; L.E. Carlson, M. Speca 2007)

 

▲ Coerenza EEG in particolare a livello delle onde α

(Shin Yamamoto, Yoshihiro Kitamura et al. 2008)

▼ HRV

▼ Conduttanza della pelle

▼ Frequenza respiro

▼ Pressione sanguigna

(F. Travis, R.K. Wallace. 1999; M.B. Ospina, K. Bond et al. 2007; Schneider et al., 1995; Patel et al., 1985; Schmidt, Wijga, Von Zur Muhlen, Brabant, & Wagner, 1997; Sudsuang, Chentanez, & Veluvan,1991; Benson, Rosner, Marzetta, & Klemchuk, 1974; Wenneberg et al., 1997; Jerving R., Wallace R. K., Beidebach M. 1992)

▲ Funzionalità e flessibilità cognitiva

(F. Zeidan, S.K. Johnson et al. 2010; C. F. Justo 2009)

≠ Patterns di attività cerebrale

(Lou et al., 1999;Lazar et al., 2000; Newberg et al., 2001; Jevning, Anand,Biedebach, & Fernando, 1996; Benson, Malhotra, Goldman,Jacobs, & Hopkins, 1990)

▲ Stabilità emotiva

(Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010, A. B. Newberg, J. Iverson. 2003)

▲ Relax, sensazione di benessere

(Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010, A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; E.L. Olivo 2009; L.E. Carlson, M. Speca et al. 2004; Jerving R., Wallace R. K., Beidebach M. 1992)

Catecolamine:

▲ Dopamina

▼ Adrenalina

▼ Noradrenalina

Kang et al. 2010; B. Vandana, K. Va Y.H. Yung, D.H. Kang et al. 2010; B. Vandana, K. Vaidyanathan et al. 2011; T.W Kjaer, C. Bertelsen et al.2002; J.R. Infante, M. Torres-Avisbal et al. 2001; M. Bujatti, P.Riederer,1976)

▼ Inibizione del GABA dà:

·        migliore memoria

·        migliore apprendimento

·        minor senso di fatica

·        emozioni positive

·        rilassatezza

(A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; A.N. Elias, A.F. Wilson, 1994)

▼ Produzione di NA (plasma e urine)

▼ Produzione di CRH

▼ Riduzione ACTH

▼ Cortisolo

(K.J. Watson, N.D. Pugh et al.1995; J.L. Harte, G.H. Eifert, R. Smith,1994; R.Sudsuang, V. Chetanez et al. 1991; Jerving R., Wilson A. F., Davidson J.M. 1978; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; J.R. Infante, F. F. Peran et al. 1998)

▲ Beta-endorfine e degli oppioidi dà:

·        ▼ senso di dolore

·        ▼ sensazioni di paura

·        ▲ gioia ed euforia

(J. R. Infante, F. Peran et al. 1998; A. B. Newberg, J. Iverson. 2003; J.L. Harte, G.H. Eifert, R.Smith, 1994)

CONCLUSIONI

Questo rivisitazione nasce da uno studio approfondito della letteratura scientifica sulla meditazione sia dal punto di vista fisiologico che mediante un approccio biologico.

Negli ultimi cinquant’anni gli psicologi sociali hanno scoperto che una delle più potenti cause che alla base del comportamento umano deriva dal nostro bisogno di preservare un’immagine di sé stabile e positiva. Non sempre però è facile conservare queste credenze; nella vita incontriamo numerose situazioni che rappresentano una sfida a tutto questo. Molti di noi hanno bisogno di mantenere un’alta considerazione di se stessi. Alla sensazione di malessere provocata da informazioni che risultino discrepanti con il concetto di noi stessi, come essere ragionevoli e intelligenti, si è dato il nome di dissonanza cognitiva. Ogni individuo dispone di più modi per ridurre questo divario, come cercare di giustificare il comportamento modificando o aggiungendo nuove cognizioni o cambiare il comportamento fino a farlo concordare con cognizione dissonante.

Il processo di riduzione è in larga parte inconscio; ciò favorisce un utilizzo naturale e non consapevole, in quanto si tende a sovrastimare il dolore della delusione.

Ciò non significa, comunque, che ogni modo di scappare da se stessi sia così dannoso. Molte forme di espressione religiosa e di spiritualità sono anche mezzi efficaci per evitare l’attenzione su di sé. Inoltre il porre l’attenzione su di sé non sempre è negativo, poiché può anche portare lucidità, in quanto ci ricorda che cosa è giusto e che cosa è sbagliato. Il concetto di meditazione racchiude in sé il semplice principio di stato naturale dell’essere umano; non si tratta dunque di un concetto esistenziale o filosofico, ma piuttosto di una condizione reale in cui si può trovare l’individuo.

Lo studio, nato con lo scopo di far riflettere la comunità scientifica, mira a sensibilizzare e rendere più chiaro possibile l’importanza di questo metodo. Esso viene utilizzato da millenni per trovare una pace e una profondità interiore difficile,malgrado gli ampi studi, da descrivere con numeri, parole e immagini.

Blog a cura del dott. Stefano Gay

Fonte dell’articolo tratto da  http://www.neuroscienze.net/cervello-e-meditazione/

Bibliografia
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DarioNavarroIta

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